The Thing Explainer: come presentare cose (molto) complesse in modo che persino i bambini le capiscano
Randall Munroe è un genio. Non perché sia diplomato in matematica, laureato in fisica, abbia lavorato per la NASA, o perché abbia creato xkcd, uno dei fumetti online più famosi al mondo. È un genio perché ha deciso di scrivere un libro pazzesco: Thing Explainer: complicated stuff in simple words.
Nel libro, Munroe descrive (e disegna) il funzionamento di 65 cose complicate tra cui: la tavola periodica degli elementi, la lavapiatti, l’elicottero, l’ascensore. Fin qui tutto normale: ci saranno dozzine di libri che descrivono questi oggetti. L’aspetto geniale del libro? Munroe descrive tutte queste cose complicate adoperando solo le mille parole più usate della lingua inglese. Il sottomarino diventa così “la barca cha va sotto al mare”; le cellule animali “le piccole sacche d’acqua di cui tu sei fatto”; e il laptop diventa “il computer che si piega”.
Munroe parte dal famoso detto di Albert Einstein – “se non lo sai spiegare ad un bambino di 6 anni non l’hai capito neppure tu” -e lo porta a nuovi livelli, descrivendo oggetti e macchinari complessi in modo che tutti possano capire. Mille parole (anzi: dieci volte cento) sono davvero poche se pensate a quanto sono complicate queste cose, ma il libro è chiaro e completo e soprattutto facile da leggere.
Ma che cosa c’entra questo libro con gli speech? Ci insegna che la semplificazione (diversa dalla svalutazione) è un’arma fondamentale quando si tratta di una riunione, una presentazione o un discorso da tenere in pubblico. A meno che tu non stia parlando ad una conferenza con un pubblico di specialisti, i tecnicismi, gli acronimi e le parole inglesi non servono e complicano la tua presentazione. Bisogna sempre sacrificare la completezza di informazione a favore della comprensione. In questo modo il tuo pubblico ti seguirà più facilmente. Questo ci insegna Thing Explainer.
Perché mi è piaciuto? Perché ha un approccio fresco alla divulgazione scientifica e ci insegna a semplificare il messaggio pensando al nostro pubblico.
Perché mi è piaciuto – parte 2? Perché il libro è in inglese, ma, usando le mille parole più comuni, può essere una lettura facile anche per chi non è un esperto di questa lingua.
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2 Comments
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E oltre che spolverare il cervello spolveri anche la lingua (inglese)! Grazie Manu!
Grazie a te Marco. E’ sempre un piacere