Una delle tecniche più usate per affrontare la paura di parlare in pubblico è quella di imparare a memoria il proprio discorso. Purtroppo è anche la peggiore.

Imparare a memoria, infatti, porta una serie di svantaggi. Vediamoli in dettaglio.

Gli argomenti del post

Perdita di tempo

Imparare a memoria implica un enorme dispendio di tempo. Se ne hai potresti provarci, ma in ogni caso non te lo consiglio: gli svantaggi sono maggiori dei benefici. E poi, diciamocelo, nella maggior parte dei casi, il tempo non ce l’hai. Meglio investirlo in qualcosa di più utile come provare la presentazione.

Nessuna garanzia del risultato

Anche se avessi tutto il tempo del mondo – e non ce l’hai – imparare a memoria il tuo discorso non garantisce che tu faccia una bella figura. Le variabili quali, emozione, stress ecc. influiscono troppo e il rischio che tu dimentichi parte di ciò che hai imparato a memoria è elevatissimo. Il risultato? rischi di fare scena muta perché non ricordi più la frase con cui volevi spiegare una tua idea. Rischi di incastrarti su di una parola che non ricordi e il tuo cervello si blocca su quella dimenticanza. Quando parli con qualcuno e non ricordi il nome di un libro, ti fermi e inizi a ragionare, provi a ricordare con tutte le tue forze quel nome. Così perdi il filo del discorso. In una conversazione puoi sempre dire: “vabbè, mi verrà in mente dopo”, oppure cercare con Google. Sul palco non puoi: se ti blocchi a metà del tuo speech non puoi scendere dal palco o uscire dalla sala riunioni. Rimani lì come uno stoccafisso aspettando un’illuminazione che non arriverà. E rimanere immobile e muto non è quello che vuoi fare durante uno speech.

Poca spontaneità

Imparando a memoria ti verrà da ripetere il discorso a pappagallo, lasciando per strada l’aspetto più importante della  presentazione: le emozioni. Il pubblico, infatti, ascolta quello che dici, ma “sente” le emozioni che stai provando quando parli. Se percepisce distanza tra quello che dici e come lo dici, capirà che non sei sincero. Se per esempio dici: “questo progetto mi piace molto” e pronunci questa frase con un tono piatto e apatico, le persone non crederanno a quello che dici, penseranno che il progetto non ti piace e allora non piacerà neppure a loro.

Presentare non è recitare

Parlare in pubblico non è recitare, non hai bisogno di conoscere le battute a memoria. Quello che è importante è che tu riesca a far arrivare il tuo messaggio a chi ti ascolta. Per farlo non è necessario imparare a memoria, è importante conoscere la sequenza logica delle argomentazioni che vuoi usare: la concatenazione delle singole idee che compongono in tuo speech. È come arrivare in cima ad una scala, ciascun gradino rappresenta un passaggio logico della tua idea, che siccome è tua, non può essere dimenticata. Puoi spiegarla in un modo o in un altro, ma i concetti rimangono i medesimi. Se spieghi qualcosa ad un tuo amico al bar non prepari il discorso a memoria, no? Sai quali punti toccare e la sequenza degli argomenti. In un certo senso improvvisi, ma su tue idee. Non hai la paura di dimenticare qualche pezzo perché non impari il discorso a memoria, perciò è impossibile sbagliare. Il tuo unico scopo è comunicare al meglio la tua idea, una storia o qualcosa di interessante che ti è capitato.

Lo stesso vale nelle presentazioni: una volta che hai deciso lo scopo del tuo speech e l’ordine delle tue argomentazioni, è meglio concentrarsi su quello. Fai le prove e vedi se, così concatenate, le idee filano in un discorso coerente e facile da seguire. Così puoi lasciar trasparire meglio le tue emozioni ed essere più efficace quando presenti. Ricorda, tra l’efficacia e l’imparare a memoria c’è una grande differenza che sta tutta nel farti capire dal pubblico e comunicare alla grande le tue idee.