Antoniou Platon è un artista di origine greca che fotografa persone in tutto il mondo: attori, leader politici, musicisti, ma anche persone comuni. Le sue foto – che vengono pagate anche 10.000 € – ritraggono George Clooney, Monica Bellucci, Hugo Chavez così come militari, indigenti del terzo mondo e rifugiati. Il suo lavoro ha qualcosa di misterioso: ciascuna immagine sembra catturare un momento preciso nella storia del soggetto, e quel momento, nelle mani di Platon, diventa magico. I suoi ritratti sono meravigliosi e mi affascinano più di qualsiasi altra foto che io abbia visto.

E c’è di più, il suo approccio alla fotografia – e ai soggetti che ritrae – è molto utile se usato nelle presentazioni ma, strano a dirsi, i suo consigli non hanno nulla a che fare con l’uso delle immagini in Powerpoint, vanno ben oltre, sconfinano nel design.

Ci sono 3 citazioni di Platon che mi hanno particolarmente colpito per la loro trasferibilità al mondo del public speaking.

1. “Scattare una foto è un gesto tecnico, ma al 99,9% si tratta di stabilire il legame che mi permette di arrivare all’altro”
Lo stesso si può dire per il public speaking: puoi aver studiato una vita, sapere come usare la voce e l’intonazione giusta, fare le pause nel momento appropriato. Puoi sapere dove mettere le mani, come muoverti sul palco. Puoi essere il più preparato dei public speaker, ma se non riesci a creare un legame con il pubblico, se non entri sotto pelle alla gente, avrai solo fatto un gesto tecnico e sterile. Per convincere le persone devi dare tutto te stesso, devi essere credibile e sincero, devi metterci il cuore. Fai vedere le tue emozioni e perché ti importa. Fallo capire al pubblico in modo che possa vedere la questione dal tuo punto di vista e innamorarsi del progetto come hai fatto tu. Sii contagioso.

2. “Se è necessario c’è, se non è necessario non c’è. Quindi elimina, semplifica, vai al punto”
Questa frase, di una semplicità disarmante, è spesso dimenticata dai public speaker. Fronzoli e orpelli risultano inutili nella fotografia come nelle presentazioni. Vai al nocciolo della questione ed elimina tutto il superfluo dal tuo speech. Dai spazio al messaggio vero e sii diretto. In questo modo l’audience capirà meglio che cosa vuoi ottenere e ti seguirà con più interesse.

3. “Il vero design semplifica un mondo molto complicato. Lavoro sempre con lo stesso tipo di luce, la stessa pellicola, lo stesso sgabello, lo stesso paraluce, la stessa fotocamera. Tutto è uguale e questo consente al messaggio di cambiare.Non devi mai permettere ai tuoi strumenti di avere la meglio sul messaggio. É vero design quando queste cose restano in secondo piano ed emerge il messaggio”
Le slide, i colori, le animazioni sono solo strumenti, se non sono al servizio del messaggio che vuoi comunicare, se non aiutano il pubblico a capire quello che vuoi dire, rimangono solo orpelli grafici. Quante presentazioni hai visto con animazioni che non c’entravano nulla, messe li solo per fare scena. Quante immagini che non aveva senso inserire nella presentazione, magari sgranate? Tutto inutile. Concentrati invece sul messaggio e utilizza gli strumenti per rafforzarlo il più possibile. Un’immagine spettacolare rimane tale se non è coerente con quanto stai comunicando.

Questi 3 consigli possono davvero cambiare la tua prospettiva quando devi presentare. Questo è quello che succede con il design e con i grandi artisti e fotografi: cambiano il modo in cui tu vedi le cose, il mondo, le persone e, in questo maniera, cambiano te stesso nel profondo.
Che bello se succedesse più spesso anche con le presentazioni.

Nota: Netflix ha da poco pubblicato una serie di documentari sul design che si chiama: “Abstract”. C’è anche un episodio su Platon, vi consiglio di vederlo perché è molto interessante.
Disclaimer: in nessun modo sono collegato a Netflix o riceverò profitti per questa segnalazione. Sono “solo” documentari eccezionalmente belli e curati.