Raccontare una barzelletta o una storia appassionante è parte del nostro DNA. Non solo perché siamo storyteller naturali, ma perché avere l’attenzione della gente – o farla ridere con una battuta – ci fa stare bene. Soddisfa la nostra voglia di essere considerati dagli altri, di sentirci importanti.

Quella del protagonismo è una tentazione che subiamo anche nelle presentazioni, ma non dobbiamo mai dimenticare che lo scopo della presentazione non è essere fighi, è comunicare con efficacia, convincere, vendere. Questo è possibile solo se catturiamo e manteniamo l’attenzione del pubblico e un modo per farlo è di usare suspense e sorpresa in modo appropriato. 

Ma che differenza c’è tra le due? Alfred Hitchcock le descrive così:
“Il mistero è quando lo spettatore sa meno dei personaggi del film.
La suspense è quando lo spettatore sa più dei personaggi del film.”

La suspense ha a che fare con la tensione: il pubblico sa che quella informazione arriverà, ma non sa come e quando. Pensa a un film horror: sai benissimo che fine farà la ragazza che si perde nel bosco: l’assassino psicopatico la ucciderà, giusto? Quello che non sai è quando succederà e con che modalità. È questo che ti fa rimanere incollato allo schermo.

La sorpresa, d’altro canto, è qualcosa di inaspettato. Se il killer del film horror uscisse da un cespuglio nel bosco con un mazzo di rose la cosa ti stupirebbe non poco. Le tue aspettative verrebbero stravolte.

Ma come usare questa differenza nelle presentazioni?
La suspense aiuta a mantenere l’attenzione: anche se l’informazione non cambia il nostro modo di vedere il mondo ci fa venir voglia di sapere come va a finire, di conoscere i dettagli.
La sorpresa, invece, cambia la nostra prospettiva rispetto a un argomento, stravolge il modo in cui lo vediamo. In qualche modo ci toglie il tappeto da sotto i piedi e ci concede una nuova prospettiva.

Un difetto di molti presentatori è che vogliono utilizzare a tutti i costi la sorpresa nella parte finale della presentazione (effetto barzelletta). Così rischiano di perdere l’attenzione del pubblico all’inizio dello speech perchè non si capisce dove stia andando a parare la presentazione e perché sia importante ascoltare.

Per esempio, se dovessi presentare i risultati commerciali dell’ultimo trimestre, potresti elencare tutte le azioni fatte negli ultimi 3 mesi (perdendo l’interesse di chi ascolta) e poi mostrare il risultato finale (la sorpresa) alla fine della presentazione per aumentarne l’impatto: “Abbiamo fatto + 6% rispetto al periodo precedente, è andate benissimo perché ci aspettavamo un risultato negativo.”

Così hai l’effetto sorpresa, ma non sei sicuro di avere l’attenzione del pubblico fino al momento della sorpresa. Rischi un disorientamento iniziale e un effetto risveglio solo al termine dello speech. Nelle barzellette questo disorientamento è innocuo perché è breve (le barzellette non durano più di 1 o 2 minuti) perciò è più facile mantenere l’attenzione fino alla battuta finale. In una presentazione di 20/30 minuti la situazione è più complessa ed è facile perdere l’attenzione.

Perciò, se vuoi essere davvero incisivo puoi provare a ribaltare la struttura: piazzare la sorpresa all’inizio e mantenere l’attenzione con la suspense. Incomincia con un’informazione sorprendente e poi fornisci i dettagli e le conseguenze di questa nuova prospettiva, quali implicazioni porta con sé e perché è importante.

L’inizio della presentazione diventerebbe: “Contrariamente alle nostre previsioni il trimestre è andato benissimo (sorpresa), ma ancora più straordinario è il modo con cui abbiamo ottenuto questo risultato. Seguitemi nella presentazione e vi dirò come ci siamo riusciti.” (Suspense)

Qui, oltre alla sorpresa iniziale, (che di solito rilascia emozioni e garantisce attenzione) hai la sicurezza di avere il pubblico concentrato per tutta durata della presentazione, e questo è un risultato eccezionale quando vogliamo comunicare le nostre idee.

foto: Londres, 1963 di Rogelio A. Galaviz C. sotto licenza CC BY 2.0 /