Lo so, lo so, i grafici a torta hanno un fascino irresistibile. Vedere quelle stupende fette colorate è un richiamo continuo alla nostra infanzia e alle dolcezze delle torte fatte dalle nostre nonne o mamme.
Purtroppo il grafico a torta ha un grande problema: non aiuta il pubblico a capire i dati che mostri, anzi, confonde le idee. Il cervello, infatti, non è fatto per distinguere aree, superfici e volumi e, tutte le volte che deve fare paragoni tra questi elementi, sbaglia.

Per esempio, è facile capire quale sia il quadrato più grande tra i due qui sotto.

Ma se ti chiedessi quante volte il quadrato di destra è più grande dell’altro? In questo caso sarebbe difficile dare la risposta corretta (nove volte più grande).

La medesima difficoltà si ha quando usi un grafico a torta in una presentazione, a meno che la torta non sia composta da pochi elementi (3 o 4) ben distinti tra loro. In un caso come quello qui sotto, infatti, è facile capire quale città ha la percentuale maggiore di fatturato tra Milano, Napoli e Roma.

Ma in quest’altro caso? Sapresti dire – in modo rapido e corretto – chi ha la percentuale maggiore di fatturato?

In questo caso è impossibile. Infatti, per consentire la lettura di una slide come questa, è necessario inserire i valori percentuali all’interno del grafico.

In situazioni come questa, io consiglio sempre di usare un grafico a barre: le differenze, a parità di percentuali con il grafico precedente, sono evidenti in un solo colpo d’occhio e senza bisogno di inserire i valori percentuali di ogni città.

Per completezza inseriremo comunque i valori percentuali, ma solo per dare tutte le informazioni, non perchè siano necessari per capire chi sia il primo, il secondo e il terzo.

Questa rapidità di lettura è fondamentale quando proietti dei grafici. Il pubblico deve leggere e capire la slide in un flash, in modo che possa ascoltare quello che tu hai da dire sui dati. Se la leggibilità della slide è complessa (come nel caso dei grafici a torta) il pubblico fa fatica, deve concentrarsi di più per leggere, e ti dà meno attenzione.

La situazione si complica quando i dati da mostrare aumentano: la slide qui sotto è una vera sfida per qualunque presentatore. Usare un grafico a torta è la soluzione meno adatta per uscire vincitori da questa sfida.

In questo casdo, inserire i valori percentuali non aiuta la lettura, anzi la complica: il pubblico continua a spostare l’attenzione tra i valori e i colori per capire a quale città corrispondano. É un processo lungo e tedioso che infastidisce chi prova a leggere.

Anche la soluzione di aggiungere i nomi delle città di fianco alle percentuali non aiuta. É difficile capire quale città abbia la percentuale maggiore di fatturato, quale la minore e risulta anche impossibile stabilire una graduatoria.

Il grafico a barre è ancora una volta la soluzione migliore per affrontare il problema con eleganza. In un colpo d’occhio l’audience individua la prima città per fatturato e la percentuale corrispondente. Usando i grafici a barre è facile visualizzare anche la graduatoria dal più grande al più piccolo. Infatti, capita spesso che, quando mostriamo delle percentuali, il pubblico voglia capire chi sia il primo e dove si posiziona rispetto alla graduatoria.
Una slide come quella qui sotto risolve tutti i problemi del grafico a torta e risponde a tutte le domande che il pubblico si fa quando proietti un grafico.

In ogni caso, ricorda che non stai presentando solo per mostrare dei dati, per quello ci sono i report e le mail. Quello che è importante è la storia che i dati raccontano, la tua interpretazione di quei dati.
Un Direttore finanziario che conosco è abilissimo in quest’arte, non mostra solo i numeri e gli andamenti economici di fine anno della propria società, racconta soprattutto – e prima di tutto – perchè hanno avuto quei numeri e le storie nascoste in quei numeri: un dipartimentio che ha avuto una performance eccezionale e come ha fatto a raddoppiare il fatturato; un’iniziativa commerciale che è andata male per condizioni di mercato mutevoli ecc. I numeri si spogliano così dal mero dato matematico e si arriccchiscono di storie ed emozioni.
Il risultato?  le persone si incuriosiscono e si appassionano a queste storie e seguono la presentazione con attenzione perchè capiscono il valore dei numeri all’interno di un contesto più ampio.

Un approccio da imitare la prossima volta che userai un grafico (non a torta!) in una presentazione.