L’aziendalese, la bici di Natale e la morte di ogni comunicazione
È un male sempre più comune: quello di voler dimostrare a tutti i costi la propria conoscenza di un argomento. Non è un male di per sè, il problema è che si manifesta quasi sempre con la scelta di usare parole difficili e di complicare il modo in cui comunichiamo e presentiamo, soprattutto nel business.
Aziendalese, questo è il nome del peccato originale di ogni speaker: termini tecnici, freddi, asettici. A questo ci riduciamo quando vogliamo dimostrare la nostra competenza. Da una parte è una consuetudine, dall’altra la coperta di Linus di chi non si prepara, di chi non si preoccupa di adattare il linguaggio al pubblico. Semplificare costa caro e non tutti hanno voglia di farlo. Bisogna investire tempo, pazienza e fare uno sforzo per ridurre il nostro sapere a una forma che sia comprensibile anche ai non esperti.
Il nostro obiettivo è farci capire, non dimostrare quanto siamo bravi. Molti speaker lo dimenticano e trasformano meeting, riunioni e presentazioni in un concentrato di termini tecnici e paroloni che hanno un unico effetto: uccidono la comunicazione perché tolgono l’aspetto più ricco: le emozioni.
Se un bambino non riceve la bicicletta tanto desidera il giorno di Natale non dice: non ho raggiunto il target dei miei obiettivi per questa festività. Dice: porca miseria non ho avuto la bici.
Sembra un esempio paradossale, ma succede ogni giorno nelle nostre vite: complichiamo per dimostrare di sapere quando dovremmo semplificare e aggiungere emozioni, far vedere quanto teniamo a quel messaggio, quanta passione c’è dentro a quello che conosciamo e soprattutto perchè vogliamo comunicarlo agli altri.
Nella prossima presentazione lascia l’aziendale sulla scrivania: semplifica messaggio e parole, mostra il tuo lato più umano e comunica per davvero.
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